CONCLUSA

isabella ducrot progetto 2024 fondazione bonollo
[detail] Isabella Ducrot, Trittico, 2024. Courtesy of the artist and T293

ISABELLA DUCROT. VEGETAL DEVOTION

ISABELLA DUCROT

a cura di Marta Papini

Le opere di Isabella Ducrot (1931, Napoli) rappresentano piante e fiori in vaso, creati dalla sovrapposizione di ritagli di carte e tessuti dai colori accesi e da elementi come fili di lana e ricami. Ogni composizione è irripetibile, perché attinge a un archivio di materiali antichi…

08.06 > 28.09.2024

Orari | da a giovedì a sabato 11:00 > 18:00 Ingresso libero.

Una storia ancora tutta da scrivere

Gigli in fiore e viti cariche di grappoli d’uva decorano il legno antico e scuro del portone d’ingresso della Chiesa delle Dimesse a Thiene, che delimita il confine tra spazio sacro e profano. Nella storia dell’arte sacra piante, fiori e alberi hanno sempre avuto una funzione simbolica, non sono mai stati il soggetto per se stessi. Isabella Ducrot. Vegetal Devotion è la prima mostra personale della programmazione espositiva della Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo.

Nel suo libro La vita femminile (Quodlibet, 2021) l’artista e scrittrice Isabella Ducrot (1931, Napoli), protagonista della prima mostra della programmazione, riflette sulla necessità di “regredire al tempo dell’infanzia” e di “tenere sempre a mente di appartenere al genere femminile […] quella fetta di popolazione umana priva di una propria storia”. È proprio l’assenza dalla storia che diventa protagonista delle mostre personali alla Fondazione Bonollo a partire dalla mostra Vegetal Devotion.

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Isabella Ducrot, Pala, 2024. Courtesy of the artist and T293
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Isabella Ducrot, Flowers, 2023, courtesy of the artist and T293. Photo by Giovanni Canova
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Isabella Ducrot, Vegetal Devotion, installation view, curated by Marta Papini, Fondazione Bonollo.
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[detail] Isabella Ducrot, Vaso Marrone, 2023. Courtesy of the artist and T293.
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Isabella Ducrot, Coppia di vasi, 2023. Courtesy of the artist and T293
Isabella Ducrot, Vegetal Devotion, installation view, curated by Marta Papini, Fondazione Bonollo.
Isabella Ducrot, Small green pot I, II, III, 2023. Courtesy of the artist and T293.
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[detail] Isabella Ducrot, Small green pot I, II, III, 2023. Courtesy of the artist and T293.
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Isabella Ducrot, Vegetal Devotion, installation view, curated by Marta Papini, Fondazione Bonollo.
Isabella Ducrot, Vaso azzurro, 2023, courtesy of the artist and T293. Photo by Giovanni Canova
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Isabella Ducrot, Vegetal Devotion, installation view, curated by Marta Papini, Fondazione Bonollo.
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[detail] Isabella Ducrot, Trittico, 2024. Courtesy of the artist and T293

«Tornare al torpore infantile significava rivivere l’esperienza incantatoria, l’inettitudine delle proprie minute membra nello spazio del vasto mondo rispetto all’agio degli adulti che lo colmano con i loro corpi più alti e più larghi.» prosegue l’artista «L’evidente scarto di proporzioni giustificava i divieti espressi con frasi misteriose del tipo: “non si interrompe quando parlano i grandi” oppure i piccoli devono obbedire” o “quando sarai grande capirai”. Frasi che avrebbero potuto ragionevolmente tradursi in espressioni più vere quali: “non si interrompono le persone che occupano più spazio di te nel mondo” o “quando occuperai più spazio capirai”».

Le opere di Isabella Ducrot scelte e create per la mostra rappresentano piante e fiori in vaso, creati dalla sovrapposizione di ritagli di carte e tessuti dai colori accesi e da elementi come fili di lana e ricami, che si impossessano dello spazio della chiesa e delle due sale adiacenti. Ogni composizione è irripetibile, perché attinge a un archivio di materiali antichi, raccolti dall’artista negli anni durante i numerosi viaggi in Asia. La Pala e il Trittico, pensate per la mostra a Thiene, omaggiano in particolare la scrittura e l’arte della calligrafia, incorporando frammenti di corrispondenze epistolari cuciti sui tessuti.

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Isabella Ducrot, Vegetal Devotion, installation view, curated by Marta Papini, Fondazione Bonollo.
Isabella Ducrot, Vegetal Devotion, installation view, curated by Marta Papini, Fondazione Bonollo.

“Conoscevo i volti dei miei amici, e contemporaneamente conoscevo la loro scrittura. Già dalla busta sapevo chi è che mi aveva scritto” ha affermato l’artista per spiegare la scelta di includere una lettera scritta a mano nell’opera Pala (2024). L’inclusione della missiva, resa illeggibile dal suo posizionamento estremamente alto, è un tributo all’arte calligrafica di per sé, senza che necessariamente l’unione dei segni vergati a mano sulla carta debba recapitare alcun messaggio.

Nelle sale adiacenti alla Chiesa sono raccolte alcune delle opere più recenti di Ducrot, una serie di singoli vasi con fiori e piante. Nelle opere il recipiente è soggetto centrale, caratterizzato da colori e fatture diverse, in accordo col suo contenuto. Più che le dure punte di freccia e le lance, è più probabilmente il vaso la prima invenzione tecnologica dell’essere umano, stimolata dagli atti di raccolta e cura, come afferma l’antropologa Elizabeth Fisher, poi ripresa da Ursula K. Le Guin nel suo saggio intitolato The Carrier Bag Theory of Fiction (1986).  Storicamente utili per portare l’acqua, raccogliere le bacche e altri frutti, per trasportare oggetti da un luogo all’altro, i vasi della Ducrot sono invece senza funzione e senza scuse: sono belli, ornamentali, poetici.

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[detail] Isabella Ducrot, Trittico, 2024. Courtesy of the artist and T293
[detail] Isabella Ducrot, Trittico, 2024. Courtesy of the artist and T293

Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! recita un testo che l’artista ha scritto e incorporato nel Trittico realizzato appositamente per la mostra e esposto nell’ultima sala. L’unione delle lettere “o” e “h” non dà frutto a una parola piena di senso, eppure è una sillaba consueta nel linguaggio orale. Ducrot la attribuisce a una espressione di impotenza, di sconfitta, che racconta la mancanza di fiducia nella parola di fronte a sentimenti così dolorosi da essere indicibili. In quelle sillabe di sgomento, ripetute fino a non avere più significato, sta il senso delle opere incluse in Vegetal Devotion: una forma di preghiera e devozione silenziosa al cospetto del mistero della vita nella sua forma più semplice.

Marta Papini
foglio di sala ducrot
1 Pala, 2024
2 Vaso verde, 2023
3 Flowers, 2023
4 Vaso azzurro, 2023
5 Vaso marrone, 2023
6 Trittico, 2024
7 Small green pot I, 2023
8 Small green pot III, 2023
Small green pot II, 2023
10 Coppia di vasi, 2023